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Codice: CVLD 250

Autore: Zoltan Kodali; Bernhard Cossmann; Luigi Dallapiccola
Esecutore: Giambattista Valdettaro
Durata: 46:41
Supporto: cd

GIAMBATTISTA VALDETTARO

Ha iniziato lo studio del violoncello a Verona, sua città natale, sotto la guida di Cesare Bonzanini (uno dei più illustri allievi di Camillo Oblach) ed ha proseguito con Benedetto Mazzacurati, diplomandosi con il massimo dei voti e lode al conservatorio "San Pietro a Majella" di Napoli. Si è perfezionato in seguito a Napoli con Willy La Volpe e a Zurigo con Pierre Fournier.
Ha iniziato la carriera nel 1965 con una tournee in USA e Canada come primo violoncello con l'orchestra da camera "San Pietro a Majella" diretta da Renato Ruotolo, svolgendovi anche un ruolo solistico.
Come solista ed in varie formazioni da camera ha inoltre suonato in Europa e in Italia. Come solista con l'orchestra ha suonato con diversi direttori quali Gabriele Gandini, Umberto Cattini, Angelo Campori, Wolfgang Scheidt, Piero Bellugi.
Dal 1971 forma un duo stabile con la pianista Ines Scarlino con la quale ha tenuto concerti in Italia e all'estero. Nel corso della sua attività cameristica ha pure avuto l'occasione di collaborare con innumerevoli, importanti partners italiani e stranieri.
E' stato primo violoncello di alcune importanti orchestre italiane, fra cui i Pomeriggi Musicali di Milano, la Filarmonia Veneta, l'Orchestra del Teatro la Fenice di Venezia.
Nel 1987 ha pubblicato presso l'editore Zanibon una revisione delle suites di Bach per violoncello solo (ristampata nel 2003 dalla casa editrice Armelin) e le ha poi eseguite integralmente ai Festival di Peñíscola (Spagna 1991), di Engelberg (Svizzera, 1992) e, a Firenze (Florence Symphonietta, 1994).
Nel 1998 è uscita la sua incisione discografica delle suites stesse, prodotta dalla Sicut Sol editrice e distribuita dalla rivista Fedeltà del Suono, accolta con favore dalla critica più autorevole (CD classics, Amadeus).
Dal 1971 al 2009 è stato insegnante di violoncello al conservatorio di Padova. Suona un violoncello veneziano del '700 attribuito ad artefice di scuola del Montagnana. Con tale strumento ha effettuato la presente registrazione, in cui ha usato due archi costruiti da Walter Barbiero.

Zoltàn Kodàly (Kecskemét 1882 - Budapest 1967)
E', assieme a Béla Bartòk, il massimo dei compositori ungheresi della prima metà del '900 e, come Bartòk, studioso del folclore musicale magiàro. Anche in questo lavoro, il materiale folcloristico viene elaborato, nei tre tempi in cui è divisa la sonata, ora in modo rapsodico, ora con una più marcata scansione ritmica, sfruttando sapientemente le possibilità virtuosistiche e timbriche dello strumento.

Bernhard Cossmann (Dessau 1822 - Francoforte sul Meno 1910)
Virtuoso tedesco, nel 1860 nominato professore al conservatorio di Mosca; è considerato il capostipite della scuola violoncellistica russa. Successivamente, nel 1878, professore a Francoforte sul Meno. Fu amico del violoncellista italiano Alfredo Piatti che gli dedicò i suoi famosi dodici capricci.

Luigi Dallapiccola (Pisino, Istria 1904 - Firenze 1975)
Di iniziale formazione mitteleuropea; si trasferisce, dal 1922 a Firenze, dove termina gli studi con Vito Frazzi e dove rimane per tutta la vita. Agli inizi degli anni '40 il suo linguaggio musicale passa alla dodecafonia di cui diviene uno dei maggiori rappresentanti in Italia.
La sua amicizia col violoncellista spagnolo Gaspar Cassadò ha contribuito alla realizzazione di due lavori: Ciaccona, Intermezzo e Adagio, per violoncello solo (1945) e Dialoghi per violoncello e Orchestra (1960). Si può pienamente capire il significato poetico di Ciaccona, Intermezzo e Adagio, se si osserva che, alla fine dell'ultimo pezzo, l'Autore scrive: settembre 1945 DEO GRATIAS. Infatti questo lavoro sembra quasi un riassunto della tragedia appena passata: dopo i primi due tempi, caratterizzati da una drammaticità implacabile che torna sempre ad imporsi (solo ogni tanto interrotta da momenti più delicati), nell'Adagio i lentissimi intervalli di quinta iniziali (pianissimo, senza colore, prescrive Dallapiccola), danno il senso di un vuoto assoluto: le macerie dalle quali, dopo un pò, si leva un refolo di speranza…
Giambattista Valdettaro
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