Una batteria magmatica in costante movimento, un basso sempre pienamente al centro della situazione, chitarra e pianoforte liquidi e inafferrabili e allo stesso tempo capaci di unire mondi distanti… questo è il primo impatto all’ascolto live di “Mr Zombie Orchestra”, un gruppo che mostra anche all’ascoltatore più distratto di possedere molti più riferimenti di quanti essi stessi dichiarino nel loro manifesto programmatico che cita sullo stesso piano Jelly Roll Morton e Secondo Casadei (ma ai quali si possono tranquillamente aggiungere Anibal Troilo, Georges Bizet, Danny Elfman, Ennio Morricone, Django Reinhardt, e l’elenco non finisce certo qui)
L’impressione è di una sapiente ricerca fatta assecondando un gusto “onnivoro” che tuttavia riesce magicamente a dare una sensazione di compiutezza e di stile. La “Mr Zombie” trascina il pubblico in una favola, ricreando l’atmosfera di un’ orchestrina dell’inizio del XX secolo che mescola valzer, jazz, mazurche e tanghi senza curarsi altro che del divertimento del pubblico e del proprio personale godimento musicale. Solo che l’orchestrina in questione, anziché riemergere da un passato oleografico, sembra decisamente proveniente dal terzo millennio o persino oltre, più simile per tanti versi alla “cantina band” delle api di Star Wars che a certi remake swing del recente passato discografico. Il risultato è qualcosa di ben diverso dal materiale utilizzato, un risultato che spiazza e affascina per le continue prestidigitazioni operate da questi giovani apprendisti stregoni.
La bravura indiscutibile dei quattro, assai a loro agio in tutti gli stili musicali che mescolano nel loro magico calderone, rende il progetto un unicum interessantissimo nel panorama musicale italiano, così avaro di intelligenza musicale di questi tempi.
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