Classical. Original compositions by Pietro Ballestrero. Pietro Ballestrero Ensemble: P. Ballestrero acoustic and electric guitar, Valerio Iaccio violin, Massimiliano Gilli violin, Gerardo Vitale viola, Augusto Gasbarri cello, Fulvio Buccafusco double bass. Gabriele Mirabassi clarinet.
24bit/88.2kHz original live-in-studio recorded, mixed and mastered at Velut Luna Studios, Preganziol (TV) Italy on April 2012.
KYRA è un disco bellissimo.
Chitarra, contrabbasso, quartetto d’archi ed il clarinetto solista di Gabriele Mirabassi: tutti insieme, in diretta, nella bellissima acustica naturale della sala grande degli studi Velut Luna di Preganziol, ripresi da pochi, selezionati microfoni, direttamente registrati in un master digitale ad alta risoluzione.
Servono poche cose per dare alla musica l’opportunità di offrire la “Magia del Suono”. E sono esattamente quelle cose che noi le porgiamo sul nostro piatto d’argento.
Ma lascio alle parole di Pietro Ballestrero, autore di tutte le musiche, nonché chitarrista leader del gruppo, il piacere di raccontare la musica e la storia di questo disco.
“ L’improvvisazione è un gioco divertentissimo. Ho l’impressione che molto spesso la musica jazz venga creata attorno al desiderio di fare questo gioco e ad una volontà di espressione dell’abilità individuale dei musicisti. Le motivazioni e i principali obiettivi sembrano essere un insaziabile spirito di ricerca, l’originalità, l’energia collettiva, il virtuosismo e infine, eventualmente, la bellezza. Il mio punto di vista è sempre stato differente, e in questo lavoro mi sono ulteriormente allontanato da quel tipo di approccio. La musica di KYRA è nata in maniera emotiva, nel tentativo di rappresentare o creare qualcosa di bello. Ogni brano ha una storia da raccontare ed un legame diretto con un sentimento o uno stato d’animo, gioia, tristezza, rabbia, paura, amicizia, riso, pianto. Penso che la più pura forma di bellezza disponibile in musica sia il suono. Questo mi ha fatto innamorare dell’idea di suonare con questo tipo di formazione, e ha legittimato la scelta di semplificare altri elementi, come l’armonia, che ho considerato come strumenti, non così importanti di per sé ma funzionali a qualcos’altro. Da questo punto di vista l’improvvisazione può esserci oppure no, può essere individuale o collettiva, e può mescolarsi con il materiale scritto, funzionando come un ponte che unisce i diversi linguaggi presenti all’interno del gruppo.
Composizioni.
Upi è dedicato alla mia piccola figlia Zoe ed è stato scritto nel periodo in cui imparava a camminare. Questo brano e Verde sono ispirati al cartone animato “Totoro” di Miyazaki, e “parlano” del modo in cui i bimbi esplorano e vedono la natura.
Ho scritto Paco alcuni anni fa per il mio primo figlio Manù, negli ultimi mesi prima che nascesse.
Ho già registrato Vocè in passato, ma al mondo non c’è una voce migliore del clarinetto di Gabriele per cantare la sensualità di questa canzone. Questa versione si intitola Vos ed è dedicata a Errica.
Anche Cerchio era già stata registrata, nel disco Pelle del mio mitico trio con Danilo Pala al sax e Paolo Franciscone alla batteria. Quando però l’ho suonata a Perinaldo arrangiata per orchestra d’archi il risultato è stato fantastico, e ha rappresentato perfettamente l’idea di danza popolare circolare di questa composizione.
Nuotare nel Mare mosso porta a una profonda concentrazione sulle proprie forze, e nello stesso tempo amplifica emozioni e pensieri, perché dà una sensazione di solitudine e di inquietudine.
Lacrimuccia: ci sono storie davvero molto tristi, ma ciò che mi commuove maggiormente sono momenti di immensa forza e bellezza all’interno di esse.
Kibalcic è un anarchico russo di inizio Novecento, e il suo nome è stato preso in prestito come nome di un quartetto jazz elettrico che avevo con il contrabbassista Stefano Risso. Purtroppo il gruppo si è sciolto e il brano non è mai stato suonato nella sua versione di quartetto jazz, ma mi piace un casino questa versione con gli archi!
Dai che la fai è stato scritto negli ultimi mesi prima delle registrazioni, e l’ho ironicamente dedicato a me stesso, augurandomi di farcela a superare le difficoltà organizzative di questo progetto.
Abbraccio forte è un modo in cui spesso il mio amico Ezio conclude i suoi messaggi. L’ho scritto nell’arco di alcuni giorni di un mese di settembre, e a posteriori ho scoperto che uno di quei giorni è il suo compleanno. Quindi questo è un mio piccolo regalo.”
Pietro Ballestrero
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