Classical. Original compositons by Johann Sebastian Bach.
Stefano Canuti bassoon, Enrique Bagaria piano.
24bit/88.2kHz recording made at Sala Luis Galve, Auditorium in Saragozza, September 2011.
La scelta dell’organico con il quale eseguire il repertorio cosiddetto “antico” è un tema sempre delicato da affrontare. È lecito interpretare questo repertorio con strumenti per i quali non fu direttamente concepito? Una risposta diretta e legittima a tale dilemma è fornita dall’ascolto di questa registrazione; e un’altra, tanto valida quanto complementare, ce la mette sul piatto la storia stessa della musica.
La seconda affermazione potrebbe essere sostenuta da una quantità di esempi, dai quali si deduce che l’organico del repertorio strumentale veniva modificato sia per volontà degl’interpreti, che realizzavano proprie versioni manoscritte, sia degli stessi compositori, che legittimavano i cambiamenti nelle loro edizioni a stampa e lasciavano “aperte” le partiture, affinché la volontà degli interpreti non trovasse impedimento alcuno e questi potessero improvvisare.
Senza andare troppo lontano, potremmo mettere in rilievo che, nello stesso periodo in cui furono composte le tre sonate oggetto di questa registrazione, Johann Sebastian Bach adatta per viola da gamba e clavicembalo delle sonate a tre originariamente concepite per due flauti o due violini e basso continuo. Si potrebbe inoltre sottolineare, a questo proposito, il caso particolare dell’opera BWV 1027ª, una trascrizione per organo dell’ultimo movimento della prima sonata di questo disco; o esempi estremi, come gli usuali arrangiamenti di opere di altri autori, meno frequenti in Bach, ma certamente significativi, quali BVW 93 e 94, derivanti dal catalogo strumentale di Antonio Vivaldi (rispettivamente Rv 522 e 208).
Le tre sonate BWV 1027, 1028 e 1029 furono concepite da Johann Sebastian Bach per un organico ben definito: viola da gamba e clavicembalo, sicuramente in un’epoca anteriore al 1741, come risulta anche dal suo catalogo, benché in genere, sia per lo stile sia per la loro particolare strumentazione, siano state attribuite più concretamente al periodo nel quale il compositore turingio lavorò alla corte di Cöthen, quando aveva poco più di trent’anni.
In questo CD Stefano Canuti, fagotto ed Enrique Bagaria, pianoforte (due autentici virtuosi del panorama concertistico internazionale) offrono una affascinante e assolutamente inedita lettura dei 3 immortali capolavori di Johann Sebastian Bach.
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