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Ir al carritoSE POTESSI AVERE...
€ 18,00
"...Se potessi avere" è un affettuoso ed accorato omaggio alla grande canzone leggera italiana degli anni '30 e '40 e, in definitiva, a quell'epoca, pur tanto tormentata e sofferta, ma ancora pregna di positività, sguardo verso il futuro e valori che forse oggi un po' si sono perduti (per non parlare della "qualità" delle canzoni leggere italiane di oggi...). Desidero sottolineare che si tratta di un omaggio e non, come negli ultimi anni è spesso capitato di riscontrare in operazioni analoghe, di una caricatura o di una rilettura in chiave più o meno ironica, più o meno contaminata. Fin dalla realizzazione degli arrangiamenti si è optato per una scelta strumentale rigorosamente filologica rispettando l'organico tipico delle compagini orchestrali dell'epoca (vedi ad esempio le orchestre dirette da Cinico Angelini); per proseguire poi con le scelte squisitamente interpretative dei due cantanti solisti (Luca Merlini e Giuliana Beberi), che hanno dedicato lunghi mesi allo studio dei grandi protagonisti dell'epoca e del loro stile, non tanto per "copiarlo", ma per farlo proprio. E lo straordinario risultato alla fine è lì, evidente: non viene imitato nessuno dei cantanti dell'epoca, ma Luca e Giuliana sembrano provenire direttamente da quegli anni. Un ulteriore motivo di interesse, testimone dello sforzo d'amore compiuto, è la realizzazione di tre nuovi brani, composti nello stile dell'epoca, dai tre arrangiatori di tutto il progetto, che sono i maestri Stefano Caniato, Fabrizio Castania e Patrik Trentini (quest'ultimo anche direttore dell'orchestra, sul podio). "...Se potessi avere" (English version) is an affectionate and heartfelt tribute to the great Italian light song of the 30s and 40s and, ultimately, at that time, although so tormented and suffering, but still full of positivity, looking towards the future and values that perhaps today a little lost (not to mention the "quality" of today’s Italian songs...). I wish to stress that this is a tribute and not, as has often happened in recent years in similar operations, a caricature or a reinterpretation in more or less ironic, more or less contaminated key. Patrick Trentini conductor / Giuliana Beberi vocal / alto, tenor saxes / Luca Merlini vocal 24 Bit / 96 kHz / 24 tracks Original Recording: Studio Magister Sala A on April 8, 9 - 2004 Preganziol, Treviso (Italy)
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Ir al carritoLENTOGODENDO
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POP: original compositions by A. Saorin, D. Soto Chero, M. Catinaccio, P. Cosco, C. Malgioglio, G. P. Felisatti, I. Fossati, P. Vorace, A. Scano. Nina Ves voice; D. B. Soto Chero classic guitar, tiple, acoustic guitar; P. Cosco bass & double bass; M. Catinaccio percussions & drum. Special guests: V. Titti Castrini accordion; G. Gobbo voice; J. C. Rivera Cadenas zampogna cromatica; P. Vorace acting voice; A. Martinez chorus. 24bit/88.2kHz digital recording was made at Martinez Studio A, Padova, on January 2009. “Villa el Salvador” è una giovane cittadina sulla costa peruviana dell’oceano Pacifico, dove David Soto Chero ha passato i primi dieci anni della sua vita; nasce con questo nome nell’estate 2004 il gruppo, composto inoltre da Pasquale Cosco e Marco Catinaccio, che da allora si muove prevalentemente nel Latin-Jazz; è solo nell’incontro con Nina che si intraprende un nuovo percorso nella canzone italiana e nella composizione di brani propri, senza dimenticare, naturalmente, lo spagnolo, lingua madre di David. Ecco quindi scorrere senza soluzione di continuità dieci brani di sicura presa, molto accattivanti. Si tratta prevalentemente di canzoni originali, con testi in italiano, ma soprattutto in spagnolo: si va da “Che guardano te” a “Vinho amargo”, alla title track “Lentogodendo”, un freschissimo samba cantato in duetto vocale da Nina e Giorgio Gobbo; e poi ancora “Avenida meeks”, “Llevame al rio”, “Si supieras”, Samba etè”. Sono presenti anche due chicche, due cover di brani celeberrimi quali “Ancora, ancora, ancora”, interpretato con una marcatissima ritmica sudamericana e la bellissima “L’orologio americano” di Ivano Fossati. Ospiti preziosi di questo progetto: Alejandro Martinez ai cori, Vincenzo Titti Castrini alla fisarmonica, Juan Carlos Rivera Cadenas “Pelao” al flauto di pan. La registrazione e la produzione artistica di questo disco sono state realizzate da Alejandro Martinez nel suo Studio A di Padova ed è stato mixato e masterizzato da Marco Lincetto, con lo stesso Martinez. Il tutto, ovviamente, in alta risoluzione digitale 24/88.2
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Ir al carritoCARTA BIANCA
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POP: original compositions by Garinei, Giovannini e Kramer, Martino-Brighetti, Bracchi-D’Anzi, Brel-Jouannest, Aguilera-Storch-Morris, Lennon-McCartney, Bernstein-Comden-Green, Cammariere-Kunstler, Gershwin-Heyward, Thiele-Weiss, Casucci-Brammer, Sciorilli, Paoli, Malgoni-Pallesi, Modugno. Monia Steri voice, Mirco Giolotto classic guitar 24bit/88.2 kHz original live-in-studio recording made at Magister Studios Preganziol Italy on October 19-20, 2010 Cosa succede quando un autentico virtuoso della chitarra incontra una straordinaria cantante, dotata di una voce calda e tecnicamente impeccabile? E ancora: cosa succede se questi due si innamorano delle canzoni che hanno segnato la storia della “musica leggera” internazionale nel secolo scorso? Nasce il “Duo 78 Giri”… senza dover perdere tempo a spiegare a cosa ci si vuole riferire con questo nome… Velut Luna, sempre attenta alla scoperta e valorizzazione degli artisti di talento non può che felicemente produrre il primo disco di Mirco Giolitto e Monia Steri. Un disco frizzante, che usando canzoni famosissime, quali “Guarda che Luna”, “In cerca del perduto amor”, “Una lunga storia d’amore”, “Estate”, offre un ascolto piacevole, ma assolutamente rigoroso nel descrivere arrangiamenti di altissimo livello tecnico e musicale. Mirco Giolitto e Monia Steri si aggiungono a buon diritto alla non lunghissima “Walk of Fame” composta da personalità quali Tuck&Patti piuttosto che Forcione-Sciubba, piuttosto che i nostri Ferruccio Spinetti e Petra Magoni: in un trionfo di musica acustica suonata dal vivo.
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Ir al carritoPAY INTENTION
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Presentazione Sick For Milk E’ sempre difficile parlare di qualcosa che ti coinvolge direttamente. Come, per esempio, di un disco di cui curi la produzione artistica. E un disco, se hai deciso di dedicartici, di offrigli il tuo tempo, le tue capacità, il tuo impegno, è un figlio. Anche se non l’hai scritto o interpretato tu, finisci comunque per esserne parte. Io ho prodotto una ventina di dischi, potevo produrne di più, forse, ma ho sempre scelto di lavorare sulla qualità e per la qualità. Presentare questo disco, proprio questo, è ancor più difficile che per tutti gli altri, perché qui di figli ce ne sono due più alcuni altri “adottati”. Non è un mistero, Jacopo, il leader dei Sick for Milk, è mio figlio. I suoi compagni di avventura li conosco qualcuno da quando aveva appena messo i calzoni lunghi, qualcuno da quando avevo ancora una timida speranza di conservare almeno parte dei capelli. Ho prodotto artisticamente un disco di mio figlio? No, anche se in questo non ci sarebbe in assoluto niente di male: ho prodotto il primo disco dei Sick for Milk, gruppo di cui sono fan sin dai primi concerti nei pub romani. Sono ipercritico con i miei figli, quelli legittimi e quelli adottati. Lo sono stato per tutti questi anni (non tantissimi, parecchi però rispetto all’età dei componenti il gruppo), sino a che, da appassionato, oltre che da professionista del settore “musica e affini”, non ho capito che questo talento, che largamente s’intuiva, era penetrato sino in fondo nelle anime di questi ragazzi, portandoli a una maturità artistica che certe formazioni, più mie coetanee che loro, non hanno ancora raggiunto. Non ho deciso di fare un disco: conversando una sera in posta elettronica con Marco Lincetto, gli ho chiesto di ascoltare un pezzo, il primo dei Sick in versione “unplugged”, che era su youtube, tanto per avere un parere. Marco dopo pochi minuti mi ha riscritto con una frase lapidaria “bravissimi, voglio fare questo disco”. Non ho dovuto faticare molto, né convincere nessuno. Il che mi ha tolto un grande peso. E mi ha confortato nella mia vanagloriosa convinzione di conoscerla e capirla bene la musica, di riconoscere i talenti. Insomma di saper fare il mio, bellissimo, mestiere. Sapevo, ovviamente, che la registrazione Velut Luna sarebbe stata di altissima qualità, dunque tutto perfetto. Poi quel che ne verrà ne verrà, questi ragazzi sono talentuosi non solo nella musica, e il loro essere, appunto, talentuosi in cose tanto differenti dalla musica è, a mio avviso, il motivo per cui, alla loro età sembrano già una formazione matura e affermata. Perché non ho mai creduto al talento distinto dall’intelligenza e dal sapere, o almeno dall’aver voglia di sapere. E mi scuserete se ho malamente citato Miles Davis. Se mi è concesso, chiudo questa brevissima presentazione con una notazione genetico-affettiva-animista: la Ovation acustica che suona Jacopo è quella che fu di suo zio Danilo e da lui lasciata prematuramente in eredità a questo indegno fratello che la passò ( un lunghissimo prestito) a suo figlio. E’ la numero 1037, la prima arrivata in Italia. E negli ultimi 35 e passa anni ha svolto molto, molto bene il suo compito, calcando i palcoscenici di tutta Italia e di un bel pezzo di mondo, senza mai perdere un colpo. Bebo Moroni
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Ir al carritoC'ERA UNA VOLTA IN ROMAGNA - Danze tribali del popolo del Liscio
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C'ERA UNA VOLTA IN ROMAGNA, danze tribali del popolo del Liscio (trans.: Once Upon A Time in Romagna, Tribal Dances of the Liscio Style's People) Presentazione L’idea dell’album nasce da una sincera curiosità nell’approfondire le proprie radici ed è il risultato di un percorso che ci ha visto spogliarci man mano delle mode esterofile che, in materia artistica, ci attanagliano. Il recupero di questa musica viene compiuto con viva creatività. Il linguaggio con cui si approcciano i brani è quello del grande insieme del Jazz, ma le sonorità, con tastiere e chitarra elettrica, portano delle sfumature più rock al tutto. Fino a poco tempo fa, e spesso tutt’ora, la parola Liscio veniva associata, nell’immaginario dei più, ad una subcultura buzzurra di anziani e signore prosperose, che si ritrovava con abiti luccicosi a ballare questa infima musica. La riesumazione del Liscio e del suo popolo può sembrare ai più la scoperta di una tribù cannibale dell’Indocina e delle sue pratiche. Lo stereotipo aiuta, ma c’è anche altro in questo mondo: incredibili orchestre, capitanate da grandi compositori e musicisti come Carlo Brighi, Secondo Casadei, Ivano Nicolucci, Castellina-Pasi, si sono alternate per cinquant’anni, facendo 35 concerti al mese per soddisfare il loro pubblico. La gente della Romagna è segnata da questa storia in modo irreparabile, e questo vale sia per chi fa parte di questo mondo sia per chi lo snobba. Il Folklore Romagnolo è una musica che non ha nulla da invidiare ad altre musiche di estrazione popolare del resto del mondo, che godono di migliore considerazione, come il blues, il tango, la salsa, la musette ecc...anzi... Credits 24bit/88.2kHz original live-in-studio recording made at Teatro Pedrini, Brisighella, Italy on April 14th - 15th - 16th, 2014 24bit/88.2kHz digital mix and analog mastering (DAD) made at Velut Luna Studios, Casalserugo, Italy, on April 18th, 2014 Production: Velut Luna & Mr Zombie Orchestra Executive producer: Marco Lincetto Recording engineer: Marco Lincetto Assistant recording engineer: Michele Bartoletti Stella Mix & mastering engineer: Marco Lincetto Design+Layout: Luca Shivendra Om Cover Photo: Torquato Nanni Sales and marketing manager: Patrizia Pagiaro link al video su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=JpDD8LNqEXk https://www.youtube.com/watch?v=KuANjPScuYU link ad articoli critici sulla stampa on line: http://asapfanzine.blogspot.it/2014/05/mr-zombie-orchestra-cera-una-volta-in.html http://www.tempi-dispari.com/archives/25618 http://www.iyezine.com/mr-zombie-orchestra-cera-volta-in-romagna-danze-tribali-popolo-liscio/ http://www.brainstormingmagazine.it/2014/05/cera-una-volta-romagna-secondo-album-dei-mr-zombie-orchestra/ http://www.deliriprogressivi.com/musica/nuovo-album-per-la-mr-zombie-orchestra-cera-una-volta-in-romagna-in-uscita-il-3-giugno-2014
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Ir al carritoE TERETUPPETE ... N'ATA VOTA !
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CVLD267 - upc: 8019349136228 E TERETUPPETE... N'ATA VOTA! Rosella Caporale, voce Stefania Todesco, pianoforte Valentina Todesco, violoncello 24bit / 88.2kHz original live-in-studio recording made at Villa Todesco, Villa del Conte, Italy, on June 20th, 21st, 2015 Questo progetto musicale è nato nel 2014 ed è dedicato alla valorizzazione di una selezione dei più significativi brani del grande repertorio della Canzone Napoletana, da famose melodie come I te vurria vasà, Era de Maggio, La Tarantella of Rossini, fino ai brani più antichi, quali il Canto delle lavandaie del Vomero (1200) ‘Sto core mio (1300), Fenesta Vascia (1500), Lo Guarracino (1700) che costituiscono le basi della tradizione. L'appassionata ricerca musicale del trio composto da Rosella Caporale, Stefania e Valentina Todesco cerca con successo di recuperare la Musica Napoletana, fra Poesia e Storia, nell'attimo stesso in cui l'espressione popolare acquista il significato della Cultura più alta. Una ideale "linea rossa" unisce l'alba della tradizione vocale italiana fino ad espressioni universali di canto naturale, il tutto sottolineato da straordinari nuovi arrangiamenti, appositamente realizzati da Stefania Todesco, che vedono il pianoforte ed il violoncello co-protagonisti dei brani insieme alla voce di Rosella Caporale. La registrazione di altissima qualità è stata realizzata con la tecnica del live-in-studio in alta risoluzione digital, al fine di preservare, da una parte, ogni più nascosta nuance, e dall'altra di garantire tutto il pathos e la spontaneità che solo una registrazione dal vivo e senza tagli di editing può offrire.
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